domenica 15 maggio 2016

Diario di un'aspirante archeocriminologa.

Mi presento: relitto umano databile intorno alla fine del XX secolo, contesto di scavo l'antica Antium.
Archeologa, come si può dedurre dal modo di descrivermi.
Classicista romanista per quelli che hanno bisogno dei dettagli.
Appassionata di gialli, polizieschi e tutte le relative varianti, per quelli che si stanno chiedendo da dove salta fuori questo titolo.
A volte può capitare, infatti, che si riesca a trovare il modo per coniugare assieme passioni diverse.
Non vi mentirò né ve la tirerò per le lunghe: a me è capitato per caso.
Appena iscritta all'università provai a contattare i Carabinieri per conoscere le modalità di accesso al TPC (Nucleo Tutela Patrimonio Culturale).
Se avete letto il profilo, noterete che non è andata bene.
Mi sono "accontentata" di fare il percorso classico: università, scavi, collaborazioni di vario tipo nel settore cultura.
Una volta i carabinieri di zona provarono perfino a contattarmi per una valutazione, ma anche in quel caso non se ne fece nulla.
Poi sono arrivata a un punto morto.
Anche qui non ve la tirerò per le lunghe, un po' per riservatezza e un po' perché so che bene o male anche voi che leggete avrete attraversato uno di questi periodi: le cose non girano, all'orizzonte nessuna chiamata, la voglia di fare che scalcia nello stomaco e fa scalciare.
O trovi una soluzione o molli tutto.
Io ho deciso di mediare.
Mi sono iscritta a un Master in Archeologia Giudiziaria e Crimini contro il Patrimonio Culturale e per un anno, più o meno, avrò la possibilità di immergermi in un settore dove mi sarebbe sempre piaciuto operare: quello della lotta e prevenzione dei danni procurati al nostro patrimonio.
Lo so che il pensiero corre subito a Palmira, e in effetti di Palmira, a lezione, abbiamo già parlato, ma il discorso è più ampio e complesso: chi vive in un posto di mare come me si sarà sicuramente imbattuto nel vicino di casa appassionato di immersioni che esibisce orgoglioso le sue anfore come fossero trofei.
Pensate ai tombaroli, dipinti da certi giornalisti come innocui vecchietti che praticano un innocuo hobby (che, però, muove un mercato da milioni di euro).
Pensate ai turisti che, ciclicamente, vandalizzano l'ennesimo sito archeologico (o l'ennesima fontana, come nel triste caso della Barcaccia a Roma).
Pensate a tutte quelle notizie a cui, purtroppo, non facciamo quasi più caso, reperti ritrovati in casa di gente apparentemente rispettabile.
L'idea è quella di raccoglierle e commentarle qui, magari in una luce nuova, alternandole con post più personali, in cui cercherò di raccontare il percorso che ho intrapreso per diventare perita archeologa.
Che archeocriminologia è un termine presuntuoso, da alter ego, un termine che ho inventato perché rimanda a un contesto "avventuroso".
In effetti mi chiedo spesso perché la rappresentazione mediatica di molti crimini sia cambiata (pensate alla differenza abissale che passa tra Il padrino e Gomorra, in termini di realismo), ma quella del furto e del traffico di opere d'arte no.
I ladri d'arte sono sempre la versione ammodernata di Arsenio Lupin: intelligenti, raffinati ma, soprattutto, affascinanti.


Rappresentazioni molto sbagliate

Si fa il tifo per loro, quando si dovrebbe fare il tifo per un patrimonio che è di tutti.
Non fate quella faccia e non dite che sono retorica: se mi darete fiducia e seguirete questo percorso con me, alla fine mi darete ragione.
Perché Neal Caffrey sarà anche bello, ma il mio cuore lo rubò a dieci anni Harry "Indiana" Jones Jr, quando disse al compagno scout che la croce di coronado "Era molto preziosa, dovrebbe stare in un museo"

River Phoenix batte Matt Bomer dieci a zero. Statece.

Un dipinto, una statua, un gioiello, un vaso antico non sono solo oggetti di valore, o oggetti di rara bellezza: sono soprattutto un pezzo di storia.
Contengono informazioni sugli uomini che l'hanno prodotta, che se non erano proprio nostri antenati erano comunque vicini dei nostri antenati, gente con cui a un certo punto il destino della nostra cultura si è incrociato, e dal cui intreccio si sta tessendo la storia del mondo.
Vi sembra giusto che oggetti simili divengano il giocattolo privato di pochi milionari, decontestualizzati, magari smembrati?
Voglio sperare di no.
In questo blog si parlerà proprio di questo.
Se l'archeocriminologia non esiste, proveremo a inventarla.
Assieme.